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Arti Marziali

Nata quasi "per gioco" così fra amici, già dall'età di 12 anni sono un praticante attivo di arti marziali, in particolare dello Jūdō.
Al contrario di quel che si possa pensare, è proprio grazie a questo sport che ho acquistito molta calma, pazienza e soprattutto spirito di riflessione.

Jūdō è uno sport da combattimento nonché un metodo di difesa personale di origini giapponesi ad opera del maestro Jigoro Kano.

Tradotto letteralmente (gentilezza, cedevolezza, adattabilità) (via). È questo il fulcro filosofico su cui è basata quest'arte marziale.
Tecnicamente questo sport consiste nel proiettare l'avversario mediante una serie di tecniche a stretto contatto che dovrebbero sfruttare la sua stessa forza, senza mai perdere di vista il rispetto (il principio di attabilità, della gentilezza e della cedevolezza). Tradotto nella vita quotidiana significa: sii cedevole nelle situazioni, nei momenti... non forte. Sii gentile con il prossimo... non scorbutico. Sii adattabile, versatile, flessibile... non rigido, duro, inflessibile.

In fondo tra un salice ed una quercia che è il più forte?
Ovviamente il salice, poiché durante una forte nevicata, quest'ultimo lascerà che la neve gli scivoli elegantemente sulle fronde. Al contrario la quercia, un albero forte, accumuler6agrave; neve sui suoi rami fino al punto di rottura.

Lo Jūdō ci insegna inoltre di come non si è mai arrivati alla conclusione, al sapere "assoluto". La cintura nera rappresenta sicuramente un traguardo, ma ad un tempo è anche l'inizio di un nuovo percorso di apprendimento.

Alcune foto di gare ed allenamenti: